QUALITA’, FOOD E DELIVERY – Cosa cambierà?
Uno dei comparti turistici più in sofferenza nella fase attuale è, senza dubbio, quello del food and beverage.
Un segmento che, come è ben noto, non è legato solo al cibo e alla ristorazione ma anche ad una parola che, alla luce delle attuali condizioni sanitarie, appare poco più che un miraggio: la convivialità. Secondo una ricerca fatta recentemente da Nomisma, infatti, circa il 43% degli intervistati mette al secondo posto delle cose da fare, una volta terminata l’emergenza sanitaria, la classica cena fuori, segno di quanta voglia si abbia di tornare allo spirito conviviale a cui si era abituati fino a poco tempo fa. Sappiamo bene, però, che la situazione attuale non lo permette e che, anzi, la soluzione al momento più sicura e consentita è quella del delivery.
Ma come si può parlare di convivialità anche per una formula apparentemente fredda e distaccata come quella del delivery?
I diversi esperti intervenuti al webinar organizzato da BTO “Reshape Tourism”, tra i quali uno dei grandi maestri della cucina italiana, Luciano Tona, hanno ragionato proprio su questo.
In primis, secondo lo chef stellato, c’è da ridefinire il rapporto tra cliente e ristoratori: si deve andare verso un rapporto nuovo, più diretto, che vada a colmare quel gap di esperienza che il take away, in tutte le sue varie declinazioni, inevitabilmente comporta. La chiave del discorso, dicono gli esperti è tutta nel saper raccontare la propria cucina e la propria attività: a partire dalla scelta delle materie prime fino alla storia delle ricette, dal rapporto con fornitore a quello con i dipendenti.
In uno scenario come quello attuale, poi, è importante saper parlare e comunicare anche di sicurezza ai clienti, ad esempio descrivendo come e cosa si sta facendo nelle proprie attività per poterla garantire. Tutto ciò, ovviamente, va fatto rimanendo sempre nell’ottica di una sostenibilità economica per quanto riguarda i costi, ma che non pregiudichi mai la qualità del prodotto.
Ecco, se questa crisi porterà la ristorazione a cambiare, c’è una cosa che dovrà necessariamente rimanere la stessa: la ricerca dell’eccellenza e della qualità italiana, uno dei marchi distintivi della nostra enogastronomia e della nostra ristorazione, che nessuna crisi potrà e dovrà mai cambiare.
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