Salento: sule, mare, ientu – SI, MA POI?

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2 risposte

  1. Giorgio ha detto:

    Purtroppo tutti noi praticanti in qualunque zona d’Italia notiamo con rammarico questo tipo di cecità da parte di ogni sorta di istituzione (Comune, Provincia, Capitaneria, etc.). Per noi che viviamo il mare è assolutamente insensato che ci venga vietata la pratica, mentre spesso i bagnanti trovano che sia più che giusto perché ritengono gli sport acquatici pericolosi. Ne stavamo giusto parlando assieme ad altri membri di un’associazione sportiva velica e io non ho fatto in tempo a dire che sono molto più pericolosi i turisti sul pedalò (poiché spesso incoscienti e ignoranti sulle dinamiche marine) che un gruppo di turisti ne ha fatto ribaltare uno al largo e siamo dovuti andare a salvarli. Io pratico SUP da anni e credo che sia lo sport migliore per far avvicinare chiunque al mare, oltre che ad uno degli sport più completi al mondo. Dal mio punto di vista si dovrebbe investire su uno sport del genere: per l’apporto fisico-salutare, per aumentare il numero di bagnanti che comincerebbero ad approcciarsi al mare in maniera più sana e per aumentare, così, anche il numero di persone in grado di intervenire in caso di un incidente altrui. Concludo che ogni paddler in acqua è un bagnino in più, e quasi tutti noi surfisti siamo ambientalisti, quindi anche la vigilanza contro degrado ed inquinamento aumenterebbe.

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